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Le comorbidità vascolari influenzano negativamente il decorso di molte malattie croniche, ma la loro influenza sulla sclerosi multipla (SM) non è ben conosciuta. Secondo uno studio pubblicato recentemente su Neurology, le comorbidità vascolari possono aumentare il rischio di progressione della disabilità nella SM.

Con il termine comorbidità si intende una condizione clinica caratterizzata dalla presenza nello stesso paziente di più malattie, che non hanno necessariamente un nesso causale che le ponga in relazione. Le comorbidità vascolari sono comuni nella SM: sono tutte le malattie del sistema cardiocircolatorio che si rilevano in persone con SM, per esempio la pressione alta o le malattie cardiache.

La SM in alcuni pazienti causa anche una disabilità, ossia una limitazione o perdita delle funzioni fisiche (come capacità di compiere movimenti).

Gli autori hanno utilizzato i dati dei pazienti con SM iscritti nel Registro del Comitato Nord Americano per la Ricerca sulla Sclerosi Multipla. Questo Registro, creato nel 1996, include un'ampia raccolta di dati clinici di circa 35.000 pazienti con SM. Per questo studio, sono stati analizzati i dati di 8.983 pazienti.

I ricercatori hanno valutato il tempo intercorso fra il momento in cui sono comparsi i primi sintomi o è stata formulata la diagnosi e e quello in cui si è rilavata una forma di disabilità, sia nei pazienti con che senza comorbidità vascolari, in modo da valutare l'impatto delle comorbidità stesse sulla severità della SM. I risultati hanno dimostrato che i pazienti che avevano una o più comorbidità vascolari al momento dell'esordio dei primi sintomi o della diagnosi avevano un rischio aumentato di disabilità (avevano manifestato disabilità più gravi e comparse più precocemente rispetto agli altri pazienti). Questo rischio aumentava all'aumentare del numero delle malattie vascolari presenti. Inoltre, si è visto che l'insorgenza di comorbidità vascolari in qualsiasi momento durante il decorso della malattia ha aumentato anche il rischio di invalidità. Il tempo medio intercorso fra la diagnosi e il momento in cui si è resa necessaria assistenza per una disabilità grave è stato di 18,8 anni nei pazienti senza comorbidità e di 12,8 anni nei pazienti con comorbidità vascolari.

Gli studiosi hanno concluso che le comorbidità vascolari, sia che siano presenti alla insorgenza dei sintomi o alla diagnosi di SM, sia che siano comparse più tardi nel corso della malattia, sono associate a un aumento del rischio di progressione della disabilità nella SM. L'impatto della comorbidità vascolare sulla progressione della malattia merita ovviamente ulteriori indagini.

(Elsevier)

FONTE: Fondazione Serono.

link all'articolo scientifico: Vascular comorbidity is associated with more rapid disability progression in multiple sclerosis; Neurology 2010;74:1041-1047

NEUROLOGY 2010;74:1041-1047
© 2010 American Academy of Neurology

Il Prof. Salvatore Sclafani, radiologo interventista e docente all'Università di New York, spiega gli errori commessi negli studi tedeschi e svedesi: http://www.ccsvi.no/?p=241

qui l'intervento originale del Dr Sclafani nel Forum americano di ThisIsMs:http://www.thisisms.com/ftopic-10680-days0-orderasc-3030.html

 

TRADUZIONE a cura di Mattia Pascal:

"È un peccato che il tentativo del Dr. Doepp e dei co-autori dello studio di riprodurre la scoperta del Professor Zamboni

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di un legame tra la sclerosi multipla e i disturbi alle vene di deflusso dal cervello e dalla colonna vertebrale si sia concluso senza successo.

E 'particolarmente deplorevole che la mancata comprensione delle pubblicazioni del Prof. Zamboni da parte degli autori dello studio abbia portato alla conclusione da parte loro che "nei pazienti con sclerosi multipla non esiste nessuna congestione venosa cerebrale o cervicale.

Gli autori espongono in maniera inesatta molteplici criteri per un esame ecografico con esito positivo. Essi affermano che reflusso deve essere presente in entrambe le vene giugulari interne o in entrambe le vene vertebrali. Questo non è esatto. Il reflusso in una qualsiasi di queste viene considerato un criterio di positività dal Prof. Zamboni.

Mi sembra che il Dr. Doepp e colleghi abbiano cercato di provocare reflusso ricercando valvole malfunzionanti al livello

inferiore della vena giugulare. Valvole malfunzionanti provocano l'inversione del flusso del sangue dal cuore a ritroso nelle vene giugulari. Il Dr. Doepp e colleghi hanno usato la manovra di Valsalva, una tecnica per aumentare la pressione nel torace e che inverte il flusso sanguigno. Tuttavia, Zamboni afferma esplicitamente che “non si dovrebbe mai valutare il flusso con una condizione forzata come la manovra di Valsalva."

Che i tentativi degli autori non abbiano avuto successo non è sorprendente. L'esame ecografico utilizzato da Zamboni è semplice ma la descrizione della tecnica non è stata pienamente descritta nei suoi articoli. Quindi l’esito dell’esame ecodoppler eseguito da parte di alcuni ricercatori è spesso variabile e può portare a differenze dei risultati. Presso il mio istituto, siamo rimasti sorpresi che i test non invasivi eseguiti con l'ecografia non collimavano con il fenomeno ostruttivo poi molto evidentemente evidenziato dalla venografia catetere, che rimane il “Gold Standard” per la valutazione delle vene. Abbiamo anche avuto difficoltà a individuare CCSVI con l’ecodoppler, inizialmente utiliz

 

zando la manovra di Valsalva durante i test. In effetti siamo riusciti a trovare una stenosi solo in un paziente su venti. È stato solo dopo che ci venne mostrato come eseguire correttamente questo semplice test di screening da parte del team Zamboni durante una visita a Ferrara, che siamo diventati in grado nel rilevare facilmente queste anomalie. È chiaro che vi è una curva di apprendimento per l'uso di questa tecnica.

Questo articolo non confuta il concetto di CCSVI. Il Doppler è solo un test di screening per la CCSVI. Quando il Doppler mostra segni di CCSVI, il test “Gold Standard” indicato per rilevare i siti di ostruzione potenziale è la venografia con catetere.

Il Doppler non è la prova definitiva delle CCSVI perché non può valutare la vena azygos, un importante contribuente alla resistenza al deflusso venoso cerebrspinale.Venografie mostrano di norma evidenze di ostruzioni al deflusso. Flusso lento, inversione del flusso, vene collaterali estesa, stenosi, duplicazioni, valvole invertite, valvole inspessite che si aprono in modo incompleto e nella posizione sbagliata sono tra le tante anomalie visibili in pazienti con SM e che non vediamo mai in pazienti senza SM.

L’articolo di Sundström e coautori analogamente respinge l'ipotesi CCSVI sulla base di MR venose e quantificazione del flusso nel collo. La venografia MR è sub-ottimale come test di screening, perché sottovaluta e sopravvaluta stenosi abbastanza regolarmente.

Si può vedere nelle loro illustrazioni due immagini MRV. E 'da notare che nessuna immagine mostra la parte della vena giugulare dove lesioni che causano il riflusso sono generalmente collocate: dietro la clavicola dove la vena entra nel torace. Entrambe le immagini mostrano una notevole vascolarizzazione collaterale che suggerisce la presenza di CCSVI. Inoltre l'immagine sulla destra a pagina 258 pretende di mostrare una stenosi con una freccia. È ben noto che la maggior parte dei restringimenti cui fa riferimento la freccia bianca sono un comune restringimento transiente non-stenotico causato da un vero restringimento al di sotto della clavicola. La venografia con catetere mostra anomalie che non possono essere rilevati dalla MRV.

Mi ha colpito la rapidità della pubblicazione dei due articoli. Sorprendente! Entrambi i documenti sono stati accettati in sei settimane. Non ho mai avuto decisione così rapida per nessuna delle mie più di 120 pubblicazioni.

Questo dibattito si prospetta impegnativo.Una parte vuole studi prospettici randomizzati per dimostrare l'efficacia.

Tuttavia, mentre molti interventisti hanno notato miglioramenti a volte impressionanti per i pazienti, questi interventisti necessitano di valutare le sfumature delle tecniche prima che si possa costruire del consenso per quanto riguarda l'approccio migliore alla terapia. Solo allora si potranno iniziare studi prospettici randomizzati intelligenti ed accuratamente progettati.Alcuni di coloro che comunemente eseguono studi randomizzati cercheranno di sminuire il lavoro di coloro che cercheranno di sviluppare le migliori pratiche, perché non si tratta di studi randomizzati.Tuttavia, a mio avviso questo è un primo passo necessario verso la sperimentazione finale."

Titolo  Autore Anno
Encephalitis and Sclerotic Plaques Produced by Venular Obstruction Tracy Putnam 1935
Vascular Architecture of the Lesions of Multiple Sclerosis Tracy J. Putnam 1937
Evidences of Vascular Occlusion in Multiple Sclerosis and "Encephalomyelitis" Tracy J. Putnam 1937
The Venous Drainage of the Brain, With Special Reference to the Galenic System B. Schlesinger 1939
Vascular Pattern of Lesions Of Multiple Sclerosis Robert S Dow, George Berglund 1942
The onset and progression of the lesion in multiple sclerosis. Adams CW. 1975
Iron deposits and multiple sclerosis. Walton JC, Kaufmann JC. 1984
Inflammatory vasculitis in multiple sclerosis. Adams CW, Poston RN, Buk SJ, Sidhu YS, Vipond H. 1985
Multiple Sclerosis: The Image and its Message- The Meaning of the Classic Lesion Forms F. Alfons Schelling 1985
Damaging venous reflux into the skull or spine: relevance to multiple sclerosis. Schelling F. 1986
Perivascular iron deposition and other vascular damage in multiple sclerosis. Adams CW. 1988
Iron deposits in multiple sclerosis and Alzheimer's disease brains. LeVine SM. 1997
The multiple sclerosis lesion: initiated by a localized hypoperfusion in a central nervous system where mechanisms allowing leukocyte infiltration are readily upregulated? Juurlink BH. 1998
MR Venography of Multiple Sclerosis I Leng Tan, Ronald A. van Schijndela, Petra J. W. Pouwelsa, Marianne A. A. van Walderveena, Juergen R. Reichenbacha, Radu A. Manoliua and Frederik Barkhofa 2000
The Big Idea: Iron-dependent inflammation in venous disease and proposed parallels in multiple sclerosis Paolo Zamboni 2006
Multiple sclerosis as a vascular disease Alireza Minagar, Wenche Jy, J. J. Jimenez, J. Steven Alexa 2006
Cerebro spinal venous outflow impairment and multiple sclerosis: a new challenge? Paolo Zamboni 2007
Intracranial Venous Haemodynamics in Multiple Sclerosis Paolo Zamboni, Erica Menegatti, Ilaria Bartolomei, Roberto Galeotti, Anna Maria Malagoni, Giovanna Tacconi and Fabrizio Salvi 2007
Hypothetical molecular mechanisms by which local iron overload facilitates the development of venous leg ulcers and multiple sclerosis lesions. Simka M, Rybak Z. 2008
Chronic cerebrospinal venous insufficiency in patients with multiple sclerosis P Zamboni, R Galeotti, E Menegatti, A M Malagoni, G Tacconi, S Dall’Ara, I Bartolomei, F Salvi 2008
Jugular Venous Reflux Chih-Ping Chunga, Han-Hwa Hub 2008
7T MRI: New Vision of Microvascular Abnormalities in Multiple Sclerosis Yulin Ge, Vahe M. Zohrabian, and Robert I. Grossman 2008
Raised venous pressure as a factor in multiple sclerosis. Talbert DG. 2008
Chronic cerebrospinal venous insufficiency in patients with multiple sclerosis: An Experimental Study Michele Zuolo 2008
Doppler Haemodynamics of Cerebral Venous Return Erica Menegatti and Paolo Zamboni 2008
The unsolved puzzle of multiple sclerosis and venous function. Franceschi C. 2009
A prospective open-label study of endovascular treatment of chronic cerebrospinal venous insufficiency Paolo Zamboni, Roberto Galeotti, Erica Menegatti, Anna Maria Malagoni, Sergio Gianesini, Ilaria Bartolomei, Francesco Mascoli, and Fabrizio Salvi 2009
Anomalous venous blood flow and iron deposition in multiple sclerosisVenous hemodynamics and iron stores in MS Ajay Vikram Singh and Paolo Zamboni 2009
Diagnosis and treatment of venous malformations Consensus Document of the International Union of Phlebology (IUP)-2009. Lee BB, Bergan J, Gloviczki P, Laredo J, Loose DA, Mattassi R, Parsi K, Villavicencio JL, Zamboni P. 2009
Susceptibility-Weighted Imaging: Technical Aspects and Clinical Applications, Part 1 E.M. Haacke,S. Mittalc, Z. Wue, J. Neelavallib and Y.-C.N. Cheng 2009
Susceptibility-Weighted Imaging: Technical Aspects and Clinical Applications, Part 2 S. Mittal, Z. Wue, J. Neelavalli and E.M. Haacke 2009
The severity of chronic cerebrospinal venous insufficiency in patients with multiple sclerosis is related to altered cerebrospinal fluid dynamics. Zamboni P, Menegatti E, Weinstock-Guttman B, Schirda C, Cox JL, Malagoni AM, Hojanacki D, Kennedy C, Carl E, Dwyer MG, Bergsland N, Galeotti R, Hussein S, Bartolomei I, Salvi F, Zivadinov R. 2009
The value of cerebral Doppler venous haemodynamics in the assessment of multiple sclerosis. Zamboni P, Menegatti E, Galeotti R, Malagoni AM, Tacconi G, Dall'Ara S, Bartolomei I, Salvi F. 2009
Characterizing iron deposition in multiple sclerosis lesions using susceptibility weighted imaging. Haacke EM, Makki M, Ge Y, Maheshwari M, Sehgal V, Hu J, Selvan M, Wu Z, Latif Z, Xuan Y, Khan O, Garbern J, Grossman RI. 2009
Blood brain barrier compromise with endothelial inflammation may lead to autoimmune loss of myelin during multiple sclerosis. Simka 2009
Diminished visibility of cerebral venous vasculature in multiple sclerosis by susceptibility-weighted imaging at 3.0 Tesla. Ge Y, Zohrabian VM, Osa EO, Xu J, Jaggi H, Herbert J, Haacke EM, Grossman RI. 2009
<A comparison of 3T and 7T in the detection of small parenchymal veins within MS lesions. Tallantyre EC, Morgan PS, Dixon JE, Al-Radaideh A, Brookes MJ, Evangelou N, Morris PG. 2009
Chronic cerebrospinal venous insufficiency and multiple sclerosis: theoretical and practical issues Marian Simka 2009
Transcranial sonography of deep gray nuclei: a new outcome measure in multiple sclerosis? Pirko I, Zivadinov R. 2009
Rationale and preliminary results of endovascular treatment of multiple sclerosis, the liberation procedure P Zamboni, R Galeotti, E Menegatti, A M Malagoni, F Mascoli, S Dall’Ara, I Bartolomei, F Salvi 2009
Venous Collateral Circulation of the Extracranial Cerebrospinal Outflow Routes Paolo Zamboni, Giuseppe Consorti, Roberto Galeotti, Sergio Gianesini, Erica Menegatti, Giovanna Tacconi and Francesco Carinci 2009
Chronic cerebrospinal venous insufficiency and iron deposition on susceptibility-weighted imaging in patients with multiple sclerosis: a pilot case-control study. Zivadinov R, Schirda C, Dwyer MG, Haacke ME, Weinstock-Guttman B, Menegatti E, Heininen-Brown M, Magnano C, Malagoni AM, Wack DS, Hojnacki D, Kennedy C, Carl E, Bergsland N, Hussein S, Poloni G, Bartolomei I, Salvi F, Zamboni P. 2010
Chronic cerebro-spinal venous insufficiency: report of transcranial magnetic stimulation follow-up study in a patient with multiple sclerosis. Plasmati R, Pastorelli F, Fini N, Salvi F, Galeotti R, Zamboni P. 2010
CSF dynamics and brain volume in multiple sclerosis are associated with extracranial venous flow anomalies: a pilot study. Zamboni P, Menegatti E, Weinstock-Guttman B, Schirda C, Cox JL, Malagoni AM, Hojnacki D, Kennedy C, Carl E, Dwyer MG, Bergsland N, Galeotti R, Hussein S, Bartolomei I, Salvi F, Ramanathan M, Zivadinov R. 2010
Embryological background of truncular venous malformation in the extracranial venous pathways as the cause of chronic cerebro spinal venous insufficiency. Lee AB, Laredo J, Neville R. 2010
Extracranial Doppler sonographic criteria of chronic cerebrospinal venous insufficiency in the patients with multiple sclerosis. Simka M, Kostecki J, Zaniewski M, Majewski E, Hartel M. 2010
Hemodynamic patterns of chronic cerebrospinal venous insufficiency in multiple sclerosis. Correlation with symptoms at onset and clinical course. Bartolomei I, Salvi F, Galeotti R, Salviato E, Alcanterini M, Menegatti E, Mascalchi M, Zamboni P. 2010
Internal jugular vein morphology and hemodynamics in patients with multiple sclerosis. Al-Omari MH, Rousan LA. 2010
Iron stores and cerebral veins in MS studied by susceptibility weighted imaging. Haacke EM, Garbern J, Miao Y, Habib C, Liu M. 2010
Is chronic fatigue the symptom of venous insufficiency associated with multiple sclerosis? A longitudinal pilot study. Malagoni AM, Galeotti R, Menegatti E, Manfredini F, Basaglia N, Salvi F, Zamboni P. 2010
The reproducibility of colour Doppler in chronic cerebrospinal venous insufficiency associated with multiple sclerosis. Menegatti E, Genova V, Tessari M, Malagoni AM, Bartolomei I, Zuolo M, Galeotti R, Salvi F, Zamboni P. 2010
Use of neck magnetic resonance venography, Doppler sonography and selective venography for diagnosis of chronic cerebrospinal venous insufficiency: a pilot study in multiple sclerosis patients and healthy controls. Hojnacki D, Zamboni P, Lopez-Soriano A, Galleotti R, Menegatti E, Weinstock-Guttman B, Schirda C, Magnano C, Malagoni AM, Kennedy C, Bartolomei I, Salvi F, Zivadinov R. 2010
"Chronic cerebrospinal venous insufficiency" and multiple sclerosis : Critical analysis and first observation in an unselected cohort of MS patients. Krogias C, Schröder A, Wiendl H, Hohlfeld R, Gold R. 2010
Reinterpreting the magnetic resonance signs of hemodynamic impairment in the brains of multiple sclerosis patients from the perspective of a recent discovery of outflow block in the extracranial veins. Simka M, Zaniewski M. 2010
No cerebro-cervical venous congestion in patients with multiple sclerosis Florian Doepp, Friedemann Paul, José M. Valdueza, Klaus Schmierer, Stephan J Schreiber 2010
Vascular comorbidity is associated with more rapid disability progression in multiple sclerosis. Marrie RA, Rudick R, Horwitz R, Cutter G, Tyry T, Campagnolo D, Vollmer T. 2010
Wedge-shaped medullary lesions in multiple sclerosis. Qiu W, Raven S, Wu JS, Carroll WM, Mastaglia FL, Kermode AG. 2010
Chronic cerebrospinal venous insufficiency and multiple sclerosis. Khan O, Filippi M, Freedman MS, Barkhof F, Dore-Duffy P, Lassmann H, Trapp B, Bar-Or A, Zak I, Siegel MJ, Lisak R. 2010
The many sonographic faces of the Chronic Cerebrospinal Venous Insufficiency: How to perform doppler examination in a multiple sclerosis patient. Simka 2010
Custom CGH array profiling of copy number variations (CNVs) on chromosome 6p21.32 (HLA locus) in patients with venous malformations associated with multiple sclerosis. Alessandra Ferlini, Matteo Bovolenta, Marcella Neri, Francesca Gualandi, Alessandra Balboni, Anton Yuryev, Fabrizio Salvi, Donato Gemmati, Alberto Liboni, Paolo Zamboni 2010
Chronic Cerebrospinal Venous Insufficiency: A new paradigm and therapy for multiple sclerosis Salvatore Sclafani 2010
Visualizing Iron Deposition in Multiple Sclerosis Cadaver Brains Charbel A. Habib, Weili Zheng, E. Mark Haacke, Sam Webb, Helen Nichol 2010
Multiple sclerosis and cerebral endothelial dysfunction: Mechanisms Alexander JS, Zivadinov R, Maghzi AH, Ganta VC, Harris MK, Minagar A 2010
Integrating CCSVI and CNS autoimmunity in a disease model for MS A. Embry 2010
FONTE: CCSVI Alliance




Il video dell'approfondimento del Tg di Videolina a cura di Franco Ferrandu sull'approvazione del progetto CCSVI in Sardegna.

Hanno partecipato: SA.S.M. Sardegna Sclerosi Multipla - ONLUS, L.A.S.M. Libera Associazione Sclerosi Multipla - ONLUS, Movimento CCSVI Sardegna.

Interventi di: Stefania Calledda, Gian Tomaso Marchio, Loredana Cossu.

Bologna, 10 giugno 2010

RETE DI COLLABORAZIONI INTERNAZIONALI E NUOVE SCOPERTE GENETICHE

QUESTI I RISULTATI DELLA CONFERENZA STAMPA SULLO STATO DELL’ARTE DELLA RICERCA SULLA CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebro-spinale)

Lo scopo di Hilarescere è far star bene le persone.

 

Non solo scoperte scientifiche, ma necessità di apertura delle istituzioni, coscienza civile, per amore dei pazienti e del loro benessere. Un lavoro di ricerca che è partito dall’ Emilia Romagna, ma anche grazie alla rete di collaborazioni internazionali, sta velocizzando i passaggi di consenso globale e verticale tipici dell’accettazione delle novità da parte della comunità medico-scientifica.

Di questo, delle novità in campo genetico e delle collaborazioni sinergiche attivate in pochi mesi a livello mondiale, si è parlato stamattina a Bologna in un importante bilancio operativo dell’attività della Fondazione Hilarescere.

 

La CCSVI (insufficienza venosa cronica cerebro-spinale) è stata scoperta a opera del gruppo di medici guidati dal prof Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara e dal dott Fabrizio Salvi dell’Ospedale Bellaria di Bologna, entrambi soci fondatori di Hilarescere; la consensus conference a Montecarlo del settembre 2009, ne ha sancito la diagnosi e la cura.

Soprattutto nell’ultimo anno questa ricerca sulla cura della CCSVI ha destato l’interesse a livello mondiale degli scienziati, della stampa, delle associazioni di pazienti, delle istituzioni. E’ storia dell’ultimo anno, con dati pubblicati e provenienti da diverse parti del mondo, come la tecnica dell’angioplastica applicata alla liberazione delle vene del collo dalla stenosi, occlusione, ha migliorato la qualità della vita dei pazienti che presentavano questa patologia di insufficienza venosa cronica presente nei malati di Sclerosi Multipla, una malattia molto complessa e multifattoriale.

 

Il prof Fabio Roversi Monaco, Presidente Fondazione Hilarescere, ricorda come, a seguito dei risultati che ha dato questa ricerca, occorra riflettere sul fatto che al di là della virtuosa complementarietà con l’Università di Ferrara, ad oggi , dopo due anni, Hilarescere è ancora, nella sostanza dei fatti, sola nel sostegno della ricerca.

Ora la stessa ha altri “compagni di viaggio” quali la Fondazione Cassa di risparmio della provincia di Macerata e l’associazione SMuovilavita Onlus di Vicenza, che hanno portato il loro contributo in conferenza stampa. E questo induce a ottimismo per il futuro.

 

Ma questo è solo l’inizio di un lungo e complesso cammino:

“E’ stata fondamentale la rete di collaborazioni scientifiche e il sostegno di fondazioni bancarie che appoggiano il progetto - afferma prof. Paolo Zamboni - Oltre agli studi clinici di trattamento, gli studi randomizzati in giro per l’Italia e nel mondo, è fondamentale la partnership con la prof. Alessandra Ferlini con cui abbiamo avviato uno studio pilota su un gruppo di 15 pazienti pubblicato in una rivista internazionale (*)”.

 

Alessandra Ferlini, che si occupa di genetica medica all'Università di Ferrara, spiega come abbiano definito un profilo genetico anatomico associato a questa patologia utilizzando uno studio e un metodo applicato innovativo. Il futuro obiettivo è valutare quanto il profilo genetico della SM si collega alle malformazioni venose cerebro spinali. Occorre, secondo Ferlini, continuare con le collaborazioni, fare massa critica per raggiungere consenso scientifico con il fine primario di accelerare la ricerca per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

 

Tre punti importanti da sottolineare, secondo Zamboni: prove scientifiche auto-evidenti della esistenza di CCSVI; ritardo degli studi randomizzati porta le persone malate a fare errati viaggi della speranza; la forza travolgente dell’interesse dei pazienti a livello internazionale.

 

Ne parla il prof. Salvatore Sclafani, State University of New York – Brooklyn U.S.A., da 40 anni esperto radiologo interventista che è entusiasta della validità scientifica della scoperta del prof. Zamboni. Sclafani racconta la sua esperienza a livello tecnico e psicologico con i pazienti. Il restringimento patologico della vena illustrato da Zamboni esiste nei pazienti affetti da SM e risponde bene alla liberazione con la procedura del palloncino che libera dalla stenosi.

Sclafani, oltre ad avere diagnosticato una molteplicità di persone, ha anche trattato 20 pazienti. Quando ha letto i lavori di Zamboni si è appassionato a questa patologia e ha cominciato a approfondire su internet i blog dei pazienti per capirne le difficoltà e la psicologia. Ha deciso di unirsi alle comunità di pazienti per parlare con loro e rispondere alle domande tecniche con un forum. In 11 settimane questo sito ha avuto 148.000 contatti, quindi 13.000-14.000 a settimana. Sclafani riferisce che i pazienti vogliono farsi coinvolgere: in 40 anni di lavoro dice che questa è la cosa migliore che gli sia successa. I suoi pazienti sono presenti negli Stati Uniti, in Europa e in Asia.

 

Il dott. Fabrizio Salvi descrive la SM come “un immenso puzzle dove finora si è lavorato in un angolo. Il nostro team per la prima volta ha avuto una visione generale del puzzle”. In questo percorso Salvi si è però reso conto con rammarico come girino su questo lavoro delle informazioni errate che sviano i pazienti. Occorre quindi che le associazioni svolgano la loro funzione dicendo la verità.

 

Franco Gazzani, Presidente Fondazione Cassa di risparmio della provincia di Macerata, spiega come hanno accettato di appoggiare la Fondazione Hilarescere in questa avventura decidendo di investire in una realtà inizialmente appartenente ad una ricerca autorevole di interesse nazionale, ma che sarebbe ricaduta poi nell’ambito sanitario delle Marche. Gazzani crede che le Marche saranno probabilmente una delle prime regioni italiane che metteranno in piedi protocolli e collaborazioni con i prof. Zamboni e Salvi.

Sergio Dalla Verde, appartiene al mondo imprenditoriale veneto ed è presidente dell’associazione SMuovilavita Onlus di Vicenza. Dalla Verde racconta l’esperienza vicentina, come sono riusciti a dare un reale sostegno ai ragazzi giovani affetti dalla malattia e come si siano attivati per collaborare con le realtà ospedaliere della città. Tutto è iniziato infatti dai ragazzi che gli hanno parlato della ricerca sulla CCSVI. Valutando la serietà e la validità scientifica dello studio, l’associazione ha organizzato con Zamboni e Salvi un convegno a fine gennaio 2010 a Vicenza. SMuovilavita in seguito ha acquistato e donato all’ULSS di Vicenza un ecodoppler per la diagnosi della CCSVI.Dalla Verde racconta che sarà operativa a breve una convenzione tra ULSS di Vicenza e Università di Ferrara per valutare i casi dei ragazzi affetti da SM nell’indagine precoce sulla CCSVI. Il loro obiettivo è avviare entro ottobre lo studio con l’approvazione del comitato etico.

 

“Lo scopo di Hilarescere è far star bene le persone”, afferma Augusto Zeppi, vicepresidente Fondazione Hilarescere, nel discorso di introduzione alla consegna di un premio per il professor Patrizio Bianchi, assessore alla Scuola, Università e Ricerca della Regione Emilia Romagna, già Rettore dell’Università di Ferrara, che stamattina non ha potuto essere presente a ritirare il premio. Zeppi sottolinea come Bianchi abbia progettato in prima persona la forma di collaborazione fra la Fondazione Hilarescere e l’Università di Ferrara, rivelatasi virtuosa. Zeppi ricorda l’intero percorso dei due anni di valorizzazione degli studi fatti sulla CCSVI e la complementarietà di coloro che hanno partecipato alla ricerca. Questo è quindi un riconoscimento sostanziale che ha portato ad una nuova ipotesi di cura e certamente all’evidenziazione di una nuova patologia.

Ultimo, ma fondamentale tassello, le collaborazioni internazionali solide e prestigiose che aggiungono la riproducibilità scientifica nel mondo di quanto sostenuto da Zamboni e Salvi. Per coordinare i risultati delle stesse, Zeppi rende nota la creazione da parte di Hilarescere di un registro internazionale dedicato.

 

Il neurochirurgo Adnan Siddiqui, State University of New York – Buffalo U.S.A., ha messo assieme quella che lui definisce “una bella squadra di ricerca” per collaborare con lo studio su CCSVI. Sottolinea l’importanza della raccolta dei dati per raggiungere risultati sempre maggiori. Buffalo è il luogo dove è stata scoperta la terapia dell’interferone per la Sclerosi Multipla e quindi è normale, secondo Siddiqui, che sia una realtà medica sempre attenta a nuovi studi sulla SM. Stanno per partire con il primo trial randomizzato sullo studio di Zamboni questo in modo che nessuno metta più in dubbio la validità del suo lavoro e del suo team.

David Koff, rappresentante della McMaster University Hamilton Canada per la ricerca in questo settore si è detto stamattina entusiata di questa ricerca anche se in Canada ancora non è possibile attivare l’intervento di liberazione dei vasi. Hanno confrontato immagini degli ultrasuoni e quelli della risonanza magnetica per verificare le quantità di cumuli di ferro che sono tipici della SM. Partono con 200 pazienti: 100 normali e 100 con SM. Per questa ricerca hanno nello staff 3 neuro-radiologi e 3 esperti di ultrasuoni. Contano di avere dei risultati tra 8 mesi e di poter attivare la procedura chirurgica di liberazione dei vasi. Koff ha alle spalle trent’anni di esperienza con gli ultrasuoni nell’analisi della carotide e ritiene eccezionale l’indagine di Zamboni in ambiti dove nessuno prima pensava di investigare.

 

Sandy McDonald, Toronto South Medical Center Canada, parla della loro collaborazione con lo studio italiano. Illustra come l’angioplastica sia una procedura consolidata da venticinque anni e meno invasiva con rischi inesistenti. Ha solo trovato con lo studio sulla CCSVI una applicazione alla cura di una nuova patologia.

(*)

Custom CGH array profiling of copy number variations (CNVs) on chromosome 6p21.32 (HLA locus) in patients with venous malformations associated with multiple sclerosis.

 

Alessandra Ferlini, Matteo Bovolenta, Marcella Neri, Francesca Gualandi, Alessandra Balboni, Anton Yuryev, Fabrizio Salvi, Donato Gemmati4, Alberto Liboni and Paolo Zamboni

 

BMC Medical Genetics 2010

___________________________

UFFICIO STAMPA: Francesca Rossini - Laboratorio delle Idee –

Materiale stampa dettagliato: www.fondazionehilarescere.org

INTERVISTE :

PROF PAOLO ZAMBONI, Università di Ferrara

DOTT.  FABRIZIO  SALVI, Ospedale Bellaria di Bologna

DOTT. AUGUSTO ZEPPI, Vice Presidente Fondazione Hilarescere

 

 

Paolo Zamboni

  

Professore, a che punto siamo con gli studi clinici? Sono stati diagnosticati/trattati nuovi pazienti o è tutto fermo in attesa di nuove sperimentazioni?

Noi abbiamo accettato nell'’autunno scorso di non procedere con ulteriori trattamenti e di dichiarare conclusa la fase pilota che ha prodotto le pubblicazioni internazionali fondanti le nostre convinzioni; ora puntiamo con decisione a studi randomizzati e controllati nella speranza che possano dimostrare, con un’evidenza scientifica di primo livello, il ruolo del trattamento della CCSVI nella gestione complessiva del paziente con sclerosi multipla.

 

Quando partirà la sperimentazione e dove?

La prima sperimentazione partirà proprio in Emilia Romagna. Quest'ultima, infatti, si è fatta carico d'istituire una Commissione tecnica che studiasse un disegno dello studio metodologicamente ineccepibile e siamo praticamente prossimi alla conclusione dei lavori ed all’inizio della fase operativa. Altre regioni hanno già manifestato il loro interesse a partecipare a questo percorso o ad istruire studi complementari. Dal punto di vista finanziario l’AISM-FISM nella figura del Prof. Battaglia ha più volte promesso un supporto di 900.000 euro allo studio emiliano. Questo, insieme a risorse regionali già esistenti e di Fondazioni Bancarie, è sufficiente per permettere il regolare svolgimento di questo studio.

 

Quanti pazienti avete in lista di attesa?

 

Nonostante il disegno dello studio sia poco invitante per il paziente, poiché la sorte determinerà un 50% di pazienti che non verranno operati, tutti i giorni ricevo mail e telefonate di entusiastica adesione. Se invece consideriamo i contatti ricevuti come richieste di trattamento da tutto il mondo, esse assommano a un paio di decine di migliaia.

 

Sono previste misure nel suo Ospedale per permetterle di ottemperare al meglio a queste richieste?

Nell’'Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara è allo studio uno specifico programma con un percorso che permetta lo svolgimento quanto meno di tutte le sperimentazioni previste.

 

All'estero come stanno procedendo le sperimentazioni?

Sono iniziate sperimentazioni in diverse importanti Università. Oltre che alla New York University - Buffalo, sono iniziate alla George Town di Washington, e sono imminenti studi di trattamento alla MacMaster in Canada ed alla Boston University. Abbiamo ricevuto diverse richieste di collaborazione da tutto il mondo, compreso l’Imperial College di Londra. Stiamo già collaborando con Harvard.

 

Ho visto che il prof. Dake della Stanford University è stato fermato per via di due eventi avversi gravi; come commenta il fatto?

Noi abbiamo proposto di trattare la CCSVI mediante semplice angioplastica dilatativa con pallone. Abbiamo preferito avere una percentuale di restenosi un po’ più alta, il che obbliga a dovere ripetere il trattamento, in cambio della sicurezza dello stesso.

 

Dake ha sperimentato un utilizzo di stent, adattando materiali impiegati usualmente nelle arterie. Purtroppo la tecnica degli stent inevitabilmente espone a rischi di complicanze, cosa che si è puntualmente verificata. Per questa ragione il suo programma è stato temporaneamente bloccato. 

L'entusiasmo dello stesso non è, però, certo venuto meno, visto l'intervista che ha rilasciato recentemente al Wall Street Journal dove asserisce che alcuni neurologi non riescono ad accettare la bontà di questa scoperta perché non riescono ad accettare di averla sempre avuta sotto gli occhi. Certo, chi in Italia e nel mondo usa questi episodi, come ho saputo succedere, per spaventare surrettiziamente i malati, offende la sua stessa credibilità: nelle nostre pubblicazioni è chiaramente indicato che gli stent attuali non vanno usati per curare CCSVI e noi non li abbiamo usati; non abbiamo avuto alcuna complicanza.

 

Che cosa devono fare i pazienti, adesso?

Voglio dire, c'è ovviamente aspettativa, interesse e impazienza: qual'è il consiglio che si sentirebbe di dare ai pazienti ora?

I pazienti che hanno una patologia ben stabilizzata e controllata dalle attuali terapie possono tranquillamente permettersi di attendere con fiducia le risultanze della sperimentazione. Studi che sono costruiti per durare il minor tempo possibile.

 

E che cosa direbbe invece ai neurologi che avversano la CCSVI?

Che rispetto la loro opinione e che le risposte del dibattito scientifico non potranno che provenire dai risultati di ulteriori, sempre più approfondite, sperimentazioni. Quello che, invece, non accetto da collega e da ricercatore è il volere impedire ulteriori studi e ricerche o di affrontarle senza il rigore scientifico che i risultati positivi del nostro lavoro, puntualmente pubblicato e quindi conoscibile, richiedono.

 

 

Fabrizio Salvi

 

Dottore, lei che come neurologo è l'epicentro e la chiave d'interpretazione di tutti noi, è ancora sereno sulla strada intrapresa?

Da buon seguace di S. Tommaso nei primi tempi di questa relazione con Ferrara ho guardato con uno scetticismo mostruoso alla CCSVI.

 

Ma con cuore aperto, voglia di capire con il mio cervello, con il portafoglio vuoto.

 

E quello che abbiamo osservato è tutto quello che abbiamo descritto.

 

Non ho mai avuto occasioni di gioire perchè TUTTI  i miei pazienti avevano alterazioni al Doppler e alla venografia. Ho solo pensato al bene delle persone a cui ho dedicato il mio sapere. Che non può sclerotizzarsi ;-)

 

Per questo sono assolutamente tranquillo.

 

Lascio ad altri le esaltazioni sulle barricate; troppo dolore porta con se' questa malattia per perdere tempo ad abbarbicarcisi....

 


Augusto Zeppi

 

Ci racconta com'è nata questa Fondazione oggi al centro dell'attenzione internazionale per gli studi sulla sclerosi multipla?

Hilarescere nasce dopo che il primo studio del prof. Zamboni e del dott. Salvi, il neurologo dell'ospedale Bellaria di Bologna che lo affianca, aveva portato concreti benefici ai malati di sclerosi multipla coinvolti.

Tra questi c'ero anch'io, operato nel luglio 2007. La solidità dei risultati complessivi mi ha permesso di chiedere a Fabio Roversi Monaco, del cui amore per il vero senza preclusioni non dubitavo, di proporre al Consiglio della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna da lui presieduto di essere il quarto socio fondatore, oltre il prof. Zamboni, il dott. Salvi e me, di quanto indispensabile per il prosieguo degli studi.

 

Cos'è accaduto da allora?

La lungimiranza con cui il prof. Patrizio Bianchi, Rettore dell'Università di Ferrara ove opera il prof. Zamboni, unico aiuto fino ad oggi in Italia, ci ha affiancato, ha permesso lo svilupparsi di una ricca rete di collaborazioni internazionali. Ciò ha prodotto un primo risultato di rilievo assoluto: al convegno UIP 50, unione dei chirurghi vascolari mondiale, svoltosi nel settembre scorso a Montecarlo, gli esperti di malformazioni vascolari di 47 paesi hanno votato all'unanimità d'inserire tali occlusioni nel novero delle malformazioni venose congenite accettando le modalità di diagnosi e terapia come delineate nelle pubblicazioni supportate dalla Fondazione Hilarescere. Tutte liberamente accessibili sul sito www.fondazionehilarescere.org

 

Su facebook si è formato un gruppo di ventimila persone che vi seguono quotidianamente. Si legge di resistenze alle vostre ricerche organizzate dalle case farmaceutiche oggi venditrici di terapie consolidate e molto redditizie.

Il calore proveniente da queste persone è di grande conforto. Una forma di diretta tutela democratica inedita e preziosa. C'è stata qualche inesattezza nel commentare i nostri dati su siti riconducibili a case farmaceutiche che ha sedimentato quest'opinione. Credo però che le case farmaceutiche, dopo un primo, direi inevitabile, momento di perplessità, al consolidarsi sempre più approfondito delle conoscenze trovano solo nuovi spazi d'azione; magari più efficaci, perché più ricco è il punto d'inquadramento dell'eziopatogenesi della malattia. Ad ognuno il suo lavoro; i nostri risultati scientifici sono a loro disposizione per produrre benessere. 

 

Non vorrà negare anche le resistenze dei neurologi...

Beh, il cambio di prospettiva proposto non è piccolo; credo comprensibile sia l'atteggiamento di chi, al momento, con cautela stigmatizza, sia di chi, e sono tanti, che con entusiasmo ha già capito che la malattia non gli viene scippata dai chirurghi vascolari, ma trova negli stessi uno strumento d'aiuto in un percorso in cui il neurologo rimane giustamente la guida.  

 

Vi sta aiutando l'AISM?

Da qualche mese, si è instaurato un rapporto di fattiva complementarietà. Ci sono state date indicazioni precise dal prof. Battaglia sui percorsi di collaborazione desiderati e possibili i cui esiti speriamo di vedere nel futuro prossimo. 

  

Lei come sta?

Come le dicevo io son stato operato nel luglio 2007 dopo nove anni di malattia. Sono ormai tre anni e sto bene, in me l'avanzamento della malattia ordinariamente nei casi più fortunati solo gestibile, si è interrotto.

 

Immagino che ci sia una certa pressione da parte dei malati, quindi.

A noi sta di consolidare scientificamente quanto uscito dalle intuizioni del prof. Zamboni e del dott. Salvi e che ha cominciato, per fini di ricerca, a creare benessere attraverso le sapienti mani del dott. Galeotti nei nostri corpi. Spetta alle istituzioni, cosa che sta meritoriamente facendo la regione Emilia Romagna, approfondirne la validità erga omnes. Inoltre, il dott. Galeotti è notoriamente un fuoriclasse e quindi sarà necessario istituire adeguati corsi di formazione. Com'è significativamente operatore dipendente l'esame preliminare ecodoppler; pur fatto con macchine dedicate, ha una severa curva d'apprendimento. Quando leggo che stanno cominciando viaggi della speranza in Polonia, India ove non c'è nessuna garanzia effettiva della corretta applicazione della metodologia, sale in me la preghiera di far presto con gli studi di validazione con cui tedio quotidianamente i responsabili.

Veicolato anche dai nostri ambasciatori, c'è anche un flusso contrario; arrivano a Ferrara membri di famiglie reali o personalità nei loro paesi come persone comuni dagli Stati Uniti, dal Canada, dall'Australia, ma ora null'altro può esser fatto, al più, al di là dell'ormai immancabile diagnosi di CCSVI.

 

 

Bologna, 9 giugno 2010

 

 

Ufficio stampa:

Laboratorio delle Idee

Materiale stampa dettagliato: www.fondazionehilarescere.org 

 

Più del 55% dei pazienti con sclerosi multipla, che hanno preso parte alla fase iniziale del primo studio clinico randomizzato finalizzato a individuare insufficienza venosa cronica cerebrospinale, presenta restringimenti delle vene cerebrali con conseguente riduzione del normale flusso sanguigno dal cervello.

Escludendo il 10.2% dei soggetti i cui risultati sono stati definiti borderline, la percentuale dei pazienti con sclerosi multipla con restringimenti venosi sale al 62.5 % contro il 25.9% dei controlli.

Questi dati preliminari si basano sui primi 500 partecipanti allo studio CTEVD ( Combined Transcranial and Extracranial Venous Doppler Evaluation ), iniziato nell’Università di Buffalo nell’aprile 2009.

Nella seconda fase dello studio verranno esaminati altri 500 soggetti mediante tecniche diagnostiche più avanzate.

Lo studio è il primo passo per determinare se la condizione nota come insufficienza venosa cronica cerebrospinale ( CCSVI ) sia il maggior fattore di rischio per la sclerosi multipla.

La CCSVI è una condizione vascolare complessa, scoperta e descritta da Paolo Zamboni dell’Università di Ferrara in Italia. Il lavoro originale di Zamboni in un gruppo di 65 pazienti e 235 controlli ha mostrato che la CCSVI è fortemente associata alla sclerosi multipla, aumentando il rischio di 43 volte di sviluppare questa malattia demielinizzante.

Paolo Zamboni e Robert Zivadinov, dell’University of Buffalo negli Stati Uniti, hanno ipotizzato che il restringimento riduce il deflusso di sangue dal cervello, provocando alterazione del flusso ematico cerebrale con conseguenti danni ai tessuti cerebrali e degenerazione dei neuroni.

I primi 500 pazienti sono stati raggruppati in base alla diagnosi: sindrome clinicamente isolata e altre malattie neurologiche, oltre ai controlli sani.

Tutti i partecipanti alla prima fase sono stati sottoposti a scansioni ultrasonografiche ( Doppler ) della testa e del collo, per visualizzare la direzione del flusso del sangue venoso.

Inoltre, i pazienti con sclerosi multipla sono stati sottoposti a scansioni di risonanza magnetica per immagini ( RMI ) del cervello per misurare i depositi di ferro nelle lesioni e nelle aree circostanti del cervello, utilizzando una metodica denominata SWI ( susceptibility-weighted imaging ). I risultati che si otterranno sui depositi di ferro saranno correlati alla disabilità dei soggetti e ai sintomi neuropsicologici.

Il 97.2% dei partecipanti era adulto, e 280 persone erano affette da sclerosi multipla. La maggior parte delle persone coinvolte in questa prima fase dello studio aveva una diagnosi di sclerosi multipla recidivante-remittente; il gruppo controllo sano era rappresentato da 161 individui.

Con il Doppler sono stati analizzati 5 criteri riguardanti il flusso ematico venoso. I pazienti che presentavano almeno 2 dei criteri erano considerati soffrire di insufficienza venosa cerebrospinale cronica.

La prevalenza di CCSVI in questo campione è stata del 56.4% nelle persone con sclerosi multipla e del 22.4% nei controlli sani.

Fonti: Xagena 2010 www.sclerosionline.net; University of Buffalo, 2010