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Ricerca

Riportiamo di seguito l'intero articolo tratto dal sito http://www.biochemlab.it/ sul lavoro di ricerca svolto dal Laboratorio di Biochimica del Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Genova (DIFAR) sulla funzione della mielina e sulla relazione tra galattosio e mielina.

Genova, 3 novembre 2015

Presso il Laboratorio di Biochimica del Dipartimento di Farmacia dell’Università degli Studi di Genova (DIFAR), da circa 7 anni sono condotti rigorosi studi biochimici sulla funzione della mielina. È stato accertato che la mielina ha una funzione energetica, essendo in grado di bruciare glucosio (il principale nutriente del cervello) convertendo l’energia chimica in esso contenuta in ATP, che invia al nervo per sostenere la conduzione nervosa. Verrebbe così superato il tradizionale ruolo di “isolante elettrico” attribuito da decenni alla mielina. Queste ricerche sono documentate da più di 30 pubblicazioni su riviste scientifiche diffuse a livello internazionale (sito web: www.biochemlab.it). Questa scoperta ha indotto i ricercatori del DIFAR a svolgere ricerche su una possibile eziologia della Sclerosi Multipla (SM) ed è stato verificato che effettivamente la mielina di malati di Sclerosi multipla presenta capacità bioenergetiche ridotte. Pertanto è ipotizzabile che la SM derivi da un danno da cause da definire alla mielina, cui seguirebbe la risposta immunitaria. Queste ricerche hanno sollevato notevole interesse (1), sono state presentate a congressi internazionali (2, 3), hanno ricevuto conferme sperimentali da autorevoli centri di ricerca noti a livello internazionale (4). Sul tema galattosio-mielina sono stati pubblicati dati preliminari (5).

Il galattosio è un buon nutriente della mielina: è metabolizzato più efficientemente del glucosio cedendo alla mielina una maggiore quantità di energia per favorirne la crescita. E’ ragionevole ipotizzare che il galattosio sia presente nel latte materno per promuovere lo sviluppo della mielina, visto che in molti mammiferi, uomo compreso, la mielina alla nascita è quasi assente. Interessante è il fatto che le quantità di galattosio ingerite con il latte siano rilevanti: il lattosio (il disaccaride del latte formato in parti uguali da glucosio e galattosio) è contenuto nel latte di mucca in ragione di circa 46 gr/litro, per cui, con 100 ml di latte, sono ingeriti circa 2,3 gr di galattosio.

Tuttavia quest’ultimo, occorre ricordarlo, non è in forma libera, bensì è legato al glucosio e per essere reso disponibile occorre che sia scisso (idrolizzando il lattosio a glucosio e galattosio) dall’enzima lattasi. Da esperienze con altre patologie (diabete di tipo 2) emerge che l’assunzione diretta di galattosio è più efficace della ingestione di lattosio.

Gli esperimenti tutt’ora in corso con animali da laboratorio stanno producendo risultati molto interessanti che confermano un legame tra galattosio assunto con la dieta e crescita della mielina.

Alla luce di tutto questo i ricercatori del DIFAR ritengono che sia opportuno proporre ai malati affetti da SM l’assunzione di galattosio, integrandola con ubichinone (coenzima Q10). Si tratterebbe di un approccio dietetico basato su un processo già esistente in Natura.

In pratica l’integrazione alimentare comporterebbe:

assunzione di Galattosio puro per bocca (9 grammi al giorno) e Coenzima Q (100-150 mg al giorno), prodotti che è possibile acquistare singolarmente o in combinazione presso farmacie, parafarmacie ed erboristerie. E’ consigliabile ripartire in tre tempi la posologia sopra indicata. Tipicamente 3 gr galattosio per bocca (1 cucchiaio da caffè colmo), più 50 mg Coenzima Q ripetuti alla mattina, a pranzo e a cena.

L’assunzione di questi alimenti non comporta alcuna forma di cosiddetti “effetti collaterali” vista la consolidata esperienza sino ad oggi maturata. Infatti trattasi di nutrienti già presenti nell’alimentazione umana. Inoltre il galattosio è collaudato perché efficace nel sostegno ai malati di diabete di tipo 2, ed esiste al riguardo una consolidata esperienza circa la sua non nocività alle dosi indicate. D’altra parte è noto che il galattosio ha un effetto benefico sul cervello. Ma solo grazie alle ricerche svolte nel laboratorio del DIFAR oggi questo generico “sostentamento” trova una razionale spiegazione su base biochimica: infatti il galattosio appare funzionale alla crescita della mielina, la componente danneggiata nella SM. Questi dati di laboratorio sono stati pubblicati (5).

I soggetti che vorranno avvalersi della integrazione con galattosio e coenzima Q sono invitati ad parlare della loro esperienza sul blog www.sclerosi.org, qualora lo desiderino.

E’ assolutamente importante informare il proprio medico curante, anche perché il medico stesso possa associare i probabili benefici all’integrazione dietetica. Comunque occorre ribadire che l’assunzione di questi composti non sostituisce affatto le eventuali prescrizioni mediche o cure in atto. L’integrazione va intesa come supporto dietetico all’individuo affetto.

Ricercatori del Laboratorio di Biochimica del DIFAR:

Daniela Calzia – Dottore di ricerca in Biotecnologie – Nutrizionista
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Alessandro Morelli – Docente di Biochimica
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Isabella Panfoli – Docente di Biochimica
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Silvia Ravera – Dottore di ricerca in Neuroscienze – Dietista – Già Borsista AISM
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1) Intervista ad Alessandro Morelli - “Il Sussidiario”: http://www.ilsussidiario.net/News/Scienze/2012/11/2/SCOPERTE-Pole-position-per-i-nanomotori-del-sistema-nervoso/334107/%20%29/

2) Relazione di Alessandro Morelli a 4th International Conference and Exhibition on Neurology & Therapeutics, july 25-27 2015. Neural Activity is pivotal for myelin growth. Rome: http://www.omicsonline.org/2155-9562/2155-9562.S1.024_004.pdf

3) Bartolucci M, Capello E, Calzia D, Panfoli I, Mancardi GL, Morelli A, Ravera S.
Extramithochondrial production of ATP in myelin she at: correlation among demyelination and axonal degeneration in multiple sclerosis.
FEBS Journal, 2012, 279 suppl.1: 377.

4) Gat-Viks I, Geiger T, Barbi M, Raini G, Elroy-Stein O.
Proteomics-level analysis of myelin formation and regeneration in a mouse model for Vanishing White Matter disease. Sagol school of Neuroscience, Tel Aviv University, Tel Aviv,Israel. J Neurochem.
2015, 134 (3) pp. 513-26

5) Ravera S, Bartolucci M, Calzia D, Morelli A, Panfoli I. Galactose and Hexose 6-Phosphate Dehydrogenase Support the Myelin Metabolic Role.
PARIPEX- Indian Journal of Research, 2015, 4(9) pp. 21-24.

Fonte: http://www.biochemlab.it/

La SA.S.M. ha partecipato allo studio di neuroriabilitazione con metodiche non convenzionali (cross-training) in pazienti con Sclerosi Multipla che è stato premiato come miglior lavoro clinico alla "1st Clinical Movement Analysis World Conference" tenutasi a Roma dal 29 settembre al 4 ottobre. Pubblichiamo di seguito la e-mail del Dott. Andrea Manca autore insieme alla Prof.ssa Franca Deriu dello studio.


Caro Gian Tomaso,

è con piacere che comunichiamo alla SASM che il nostro gruppo ha vinto il premio come miglior lavoro clinico alla "1st Clinical Movement Analysis World Conference" tenutasi a Roma dal 29 settembre al 4 ottobre. Il premio è tra i più prestigiosi offerti congiuntamente dalle società ESMAC (European Society of Movement Analysis in Adults and Children) e SIAMOC (Società Italiana di Analisi del Movimento in Clinica). Il nostro lavoro è stato selezionato da una commissione internazionale tra più di 340 lavori presentati durante il congresso. In tale occasione abbiamo presentato sia i risultati preliminari del nostro studio di neuroriabilitazione con metodiche non convenzionali (cross-training) in pazienti con Sclerosi Multipla che i dati di un progetto parallelo svolto su soggetti sani, i cui risultati finali sono stati propedeutici all’avvio dello studio nei pazienti. Della notizia è stato dato ieri comunicato stampa presso la mia università: http://notizie.sassarinews.it/n?id=78752 Ti saremmo grati se potessi dare questa bella notizia ai pazienti associati alla SASM, a cui va la nostra riconoscenza per la disponibilità con cui molti di loro hanno partecipato allo studio. Ringraziamo anche te e tutto lo staff della SASM, per la fiducia accordataci.

Cari saluti Franca Deriu & Andrea Manca

Si riportano di seguito 2 articoli pubblicati sul quotidiano "L'unione Sarda" del 14/04/2012 e relativi alla ricerca sulla CCSVI 


Molta delusione per l’esito del bando per la ricerca sul trattamento della sclerosi multipla    

Zamboni tradito dalla Regione

Ccsvi: «In Sardegna non si sperimenta, in Italia situazione diversa»

La Sasm, Sardegna sclerosi multipla, delusa dalla decisione della commissione regionale di finanziare chi non fa ricerca sulla malattia nonostante gli impegni.

“Studio controllato randomizzato per la valutazione dell’efficacia del trattamento endovascolare della Ccsvi nei pazienti affetti da sclerosi multipla con disabilità pari o inferiore a 6 nella scala Edss di Kurtzke”. Recitava così, nel titolo, il bando promosso dalla Regione sul finire dello scorso anno. Due i partecipanti, con altrettanti progetti giudicati ammissibili dagli uffici. Il primo (presentato da un gruppo di lavoro di Sassari e Cagliari che faceva alla Sasm) riguardava appunto “Lo studio controllato e randomizzato in doppio cieco per la valutazione dell’efficacia del trattamento endovascolare della Ccsvi”, ovvero, un progetto sperimentale basato sul cosiddetto “metodo Zamboni” (dal nome del medico ricercatore sul campo della insufficienza venosa cronica cerebrospinale collegata alla sclerosi multipla).

LE PROPOSTE. A predisporlo, un gruppo coordinato dal professor Gianbattista Meloni e composto da altri specialisti e ricercatori

Un ricercatore delle facoltà di Medicina dei due atenei isolani. Si trattava di un progetto pilota sul trattamento della Ccsvi, praticamente ciò che si chiedeva nel bando.

I FINANZIAMENTI. Il secondo, invece, peraltro arrivato un paio di ore prima della scadenza dei termini, parlava di “Attività fisica adattata nella sclerosi multipla in Sardegna”. Di sperimentazione e di ricerca, manco l’ombra, eppure la commissione che ha esaminato i due progetti ha premiato quest’ultimo con un finanziamento di 230 mila euro l’anno, per due anni. Alla Sasm (Sardegna sclerosi multipla), che conta oltre 600 iscritti nell’Isola, e che ha di fatto spinto gli assessori Antonello Liori e Giorgio La Spisa a prendere in considerazione l’ipotesi sperimentazione, non l’hanno presa bene.

LE REAZIONI. «Bocciando il nostro progetto - dice il presidente di Sasm Gian Tomaso Marchio - si sta negando il diritto dei sardi alla speranza. È intollerabile che in un territorio come quello sardo, dove l’incidenza della sclerosi multipla è seconda solo ai paesi nordici, con oltre 5000 casi, si continui a ignorare questa drammatica realtà».

ILLINOIS. Marchio, uno dei tanti a cui il professor Paolo Zamboni ha cambiato la vita, è molto amareggiato: «Stanno per aprire 17 centri sperimentali in tutta l’Italia, dalla Sicilia al Piemonte, in Illinois il trattamento della Ccsvi è stato adottato da tutti gli ospedali, solo qui non si è fatto niente. Mi chiedo, e non solo io, quale siano le vere ragioni che impediscono di andare oltre le lobby e le pressioni. Comunque non ci fermeremo, proseguiremo il lavoro di sensibilizzazione e, se sarà il caso, ci faremo sentire».

A lasciare perplessi gli iscritti Sasm, tra le altre cose, è anche il titolo dello studio che si è aggiudicato il mezzo milione di euro per i prossimi due anni: non c’è alcuna parola che abbia atti- nenza con sperimentazione e ricerca.

Vito Fiori 

Fonte: L'Unione Sarda del 14/04/2012

 

Incidenza della malattia e insensibilità della politica

La Sasm, lo scorso anno, aveva ottenuto la disponibilità di un eco-colordoppler, strumento specifico per la corretta diagnosi della Ccsvi. Per diversi mesi, medici di Sassari e Cagliari, formati all’Università di Ferrara da Paolo Zamboni, hanno eseguito diagnosi su oltre 600 pazienti. Gli esami hanno permesso di stabilire la correlazione tra la Ccsvi e la sclerosi multipla nel 95 per cento dei casi. I risultati raggiunti hanno quindi indotto la Sasm a promuovere un progetto di studio controllato per valutare l’efficacia del trattamento vascolare sui malati di sclerosi multipla. Sono così iniziati gli incontri negli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità e alla Programmazione alla ricerca di una copertura finanziaria del progetto. Per il momento, c’è solo da registrare l’epilogo del bando al quale il presidente Sasm e gli iscritti avevano partecipato con entusiasmo. Nel frattempo, però, bisogna dirlo, Sardegna sclerosi multipla non è rimasta ad aspettare. Organizzando eventi, convegni di altissimo livello, e acquistando due poltrone multidisciplinari elettriche per ospitare i pazienti dopo l’intervento - visto che gli angiologi non hanno reparto - e promuovendo incontri tra medici di Sassari e Cagliari. Insomma, un impegno mai venuto meno nonostante l’ostracismo di quanti continuano a considerare la sclerosi multipla una malattia del sistema immunitario e non collegabile al sistema vascolare. È una battaglia che Zamboni sta portando avanti da tempo, insieme ai tanti, tantissimi pazienti ai quali ha restituito una vita dignitosa se non, in moltissimi casi, normale. (v. f.) 

Fonte: L'Unione Sarda del 14/04/2012

 

Partirà da maggio la sperimentazione finanziata dalla Regione Emilia Romagna e promossa dall'azienda ospedaliera Sant'Anna di Ferrara sul rapporto fra la Ccsvi (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e la sclerosi multipla. L'annuncio atteso da migliaia di pazienti e' arrivato dallo stesso professor Paolo Zamboni, ricercatore del Sant'Anna e 'padre' dello studio sul rapporto fra sclerosi multipla e Ccsvi, patologia identificata dal Zamboni e considerata una possibile concausa della sclerosi multipla.

'Brave Dreams', la sperimentazione finanziata dalla Regione Emilia Romagna con uno stanziamento di 2 milioni e 742mila euro, coinvolgera' 685 pazienti in una ventina di centri che hanno aderito a livello nazionale. Due terzi dei pazienti saranno sottoposti sia al trattamento diagnostico (flebografia) sia all'angioplastica (l'allargamento delle vene che hanno subito le stenosi che caratterizzano la Ccsvi), il restante terzo subira' solo la flebografia, in pratica non sara' 'operato'.

Il doppio cieco (ovvero il sistema che prevede che ne' i pazienti ne' i ricercatori siano a conoscenza di chi appartiene ad un gruppo o all'altro), come hanno spiegato lo stesso Zamboni, il direttore generale del Sant'Anna Gabriele Rinaldi e il direttore dell'Agenzia sanitaria regionale Roberto Grilli, rappresenta la garanzia che il risultato finale della sperimentazione abbia la piu' alta affidabilita' scientifica possibile.

''Da questo momento Brave Dreams diventa esclusivamente un marchio scientifico – ha detto Zamboni – nessuno potra' utilizzarlo per raccogliere fondi o per altre iniziative che non siano lo studio stesso che stiamo presentando''.

Ad attendere la partenza del 'trial' sono tantissimi ammalati italiani di sclerosi multipla, molte statistiche ne contano 50-60mila. I pazienti, hanno detto i presentatori dello studio, saranno selezionati dai centri scientifici di riferimento presso i quali devono essere stati in cura per almeno due anni. Nessuno potra' quindi rivolgersi ad un altro centro se non e' stato ammesso in quello presso il quale e' stato seguito. I pazienti saranno inoltre selezionati dal loro neurologo e dovranno decidere se essere inclusi nella sperimentazione o no. Ogni paziente sara' seguito per un anno, lo studio sara' completato entro due anni dall'inizio dei trattamenti.

Fonte: blitzquotidiano.it