Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.
Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione Cookie Policy.

Ricerca

Si riportano di seguito 2 articoli pubblicati sul quotidiano "L'unione Sarda" del 14/04/2012 e relativi alla ricerca sulla CCSVI 


Molta delusione per l’esito del bando per la ricerca sul trattamento della sclerosi multipla    

Zamboni tradito dalla Regione

Ccsvi: «In Sardegna non si sperimenta, in Italia situazione diversa»

La Sasm, Sardegna sclerosi multipla, delusa dalla decisione della commissione regionale di finanziare chi non fa ricerca sulla malattia nonostante gli impegni.

“Studio controllato randomizzato per la valutazione dell’efficacia del trattamento endovascolare della Ccsvi nei pazienti affetti da sclerosi multipla con disabilità pari o inferiore a 6 nella scala Edss di Kurtzke”. Recitava così, nel titolo, il bando promosso dalla Regione sul finire dello scorso anno. Due i partecipanti, con altrettanti progetti giudicati ammissibili dagli uffici. Il primo (presentato da un gruppo di lavoro di Sassari e Cagliari che faceva alla Sasm) riguardava appunto “Lo studio controllato e randomizzato in doppio cieco per la valutazione dell’efficacia del trattamento endovascolare della Ccsvi”, ovvero, un progetto sperimentale basato sul cosiddetto “metodo Zamboni” (dal nome del medico ricercatore sul campo della insufficienza venosa cronica cerebrospinale collegata alla sclerosi multipla).

LE PROPOSTE. A predisporlo, un gruppo coordinato dal professor Gianbattista Meloni e composto da altri specialisti e ricercatori

Un ricercatore delle facoltà di Medicina dei due atenei isolani. Si trattava di un progetto pilota sul trattamento della Ccsvi, praticamente ciò che si chiedeva nel bando.

I FINANZIAMENTI. Il secondo, invece, peraltro arrivato un paio di ore prima della scadenza dei termini, parlava di “Attività fisica adattata nella sclerosi multipla in Sardegna”. Di sperimentazione e di ricerca, manco l’ombra, eppure la commissione che ha esaminato i due progetti ha premiato quest’ultimo con un finanziamento di 230 mila euro l’anno, per due anni. Alla Sasm (Sardegna sclerosi multipla), che conta oltre 600 iscritti nell’Isola, e che ha di fatto spinto gli assessori Antonello Liori e Giorgio La Spisa a prendere in considerazione l’ipotesi sperimentazione, non l’hanno presa bene.

LE REAZIONI. «Bocciando il nostro progetto - dice il presidente di Sasm Gian Tomaso Marchio - si sta negando il diritto dei sardi alla speranza. È intollerabile che in un territorio come quello sardo, dove l’incidenza della sclerosi multipla è seconda solo ai paesi nordici, con oltre 5000 casi, si continui a ignorare questa drammatica realtà».

ILLINOIS. Marchio, uno dei tanti a cui il professor Paolo Zamboni ha cambiato la vita, è molto amareggiato: «Stanno per aprire 17 centri sperimentali in tutta l’Italia, dalla Sicilia al Piemonte, in Illinois il trattamento della Ccsvi è stato adottato da tutti gli ospedali, solo qui non si è fatto niente. Mi chiedo, e non solo io, quale siano le vere ragioni che impediscono di andare oltre le lobby e le pressioni. Comunque non ci fermeremo, proseguiremo il lavoro di sensibilizzazione e, se sarà il caso, ci faremo sentire».

A lasciare perplessi gli iscritti Sasm, tra le altre cose, è anche il titolo dello studio che si è aggiudicato il mezzo milione di euro per i prossimi due anni: non c’è alcuna parola che abbia atti- nenza con sperimentazione e ricerca.

Vito Fiori 

Fonte: L'Unione Sarda del 14/04/2012

 

Incidenza della malattia e insensibilità della politica

La Sasm, lo scorso anno, aveva ottenuto la disponibilità di un eco-colordoppler, strumento specifico per la corretta diagnosi della Ccsvi. Per diversi mesi, medici di Sassari e Cagliari, formati all’Università di Ferrara da Paolo Zamboni, hanno eseguito diagnosi su oltre 600 pazienti. Gli esami hanno permesso di stabilire la correlazione tra la Ccsvi e la sclerosi multipla nel 95 per cento dei casi. I risultati raggiunti hanno quindi indotto la Sasm a promuovere un progetto di studio controllato per valutare l’efficacia del trattamento vascolare sui malati di sclerosi multipla. Sono così iniziati gli incontri negli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità e alla Programmazione alla ricerca di una copertura finanziaria del progetto. Per il momento, c’è solo da registrare l’epilogo del bando al quale il presidente Sasm e gli iscritti avevano partecipato con entusiasmo. Nel frattempo, però, bisogna dirlo, Sardegna sclerosi multipla non è rimasta ad aspettare. Organizzando eventi, convegni di altissimo livello, e acquistando due poltrone multidisciplinari elettriche per ospitare i pazienti dopo l’intervento - visto che gli angiologi non hanno reparto - e promuovendo incontri tra medici di Sassari e Cagliari. Insomma, un impegno mai venuto meno nonostante l’ostracismo di quanti continuano a considerare la sclerosi multipla una malattia del sistema immunitario e non collegabile al sistema vascolare. È una battaglia che Zamboni sta portando avanti da tempo, insieme ai tanti, tantissimi pazienti ai quali ha restituito una vita dignitosa se non, in moltissimi casi, normale. (v. f.) 

Fonte: L'Unione Sarda del 14/04/2012

 

Partirà da maggio la sperimentazione finanziata dalla Regione Emilia Romagna e promossa dall'azienda ospedaliera Sant'Anna di Ferrara sul rapporto fra la Ccsvi (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e la sclerosi multipla. L'annuncio atteso da migliaia di pazienti e' arrivato dallo stesso professor Paolo Zamboni, ricercatore del Sant'Anna e 'padre' dello studio sul rapporto fra sclerosi multipla e Ccsvi, patologia identificata dal Zamboni e considerata una possibile concausa della sclerosi multipla.

'Brave Dreams', la sperimentazione finanziata dalla Regione Emilia Romagna con uno stanziamento di 2 milioni e 742mila euro, coinvolgera' 685 pazienti in una ventina di centri che hanno aderito a livello nazionale. Due terzi dei pazienti saranno sottoposti sia al trattamento diagnostico (flebografia) sia all'angioplastica (l'allargamento delle vene che hanno subito le stenosi che caratterizzano la Ccsvi), il restante terzo subira' solo la flebografia, in pratica non sara' 'operato'.

Il doppio cieco (ovvero il sistema che prevede che ne' i pazienti ne' i ricercatori siano a conoscenza di chi appartiene ad un gruppo o all'altro), come hanno spiegato lo stesso Zamboni, il direttore generale del Sant'Anna Gabriele Rinaldi e il direttore dell'Agenzia sanitaria regionale Roberto Grilli, rappresenta la garanzia che il risultato finale della sperimentazione abbia la piu' alta affidabilita' scientifica possibile.

''Da questo momento Brave Dreams diventa esclusivamente un marchio scientifico – ha detto Zamboni – nessuno potra' utilizzarlo per raccogliere fondi o per altre iniziative che non siano lo studio stesso che stiamo presentando''.

Ad attendere la partenza del 'trial' sono tantissimi ammalati italiani di sclerosi multipla, molte statistiche ne contano 50-60mila. I pazienti, hanno detto i presentatori dello studio, saranno selezionati dai centri scientifici di riferimento presso i quali devono essere stati in cura per almeno due anni. Nessuno potra' quindi rivolgersi ad un altro centro se non e' stato ammesso in quello presso il quale e' stato seguito. I pazienti saranno inoltre selezionati dal loro neurologo e dovranno decidere se essere inclusi nella sperimentazione o no. Ogni paziente sara' seguito per un anno, lo studio sara' completato entro due anni dall'inizio dei trattamenti.

Fonte: blitzquotidiano.it

L'associazione SA.S.M. Sardegna Sclerosi Multipla - ONLUS - per consentire un adeguato Day Hospital - necessario per i malati che verranno sottoposti all'intervento di "liberazione" nello studio sulla CCSVI ha ceduto in comodato gratuito a tempo indeterminato al reparto di Chirurgia Vascolare dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, le seguenti attrezzature:

n.2 poltrone multidisciplinari - elettriche a 3 motori

n.2  aste portaflebo in acciaio inox

n.1 lettino visita ad altezza variabile.

Basta un'analisi del sangue per diagnosticare la sclerosi multipla. Un grande successo, per una diagnosi sempre più precoce della malattia. Il risultato è stato ottenuto da un gruppo di ricerca dell’ Istituto San Raffaele coordinato da Cinthia Farina, e lo studio è appena stato pubblicato su Journal of Autoimmunity. I ricercatopri sono riusciti, attraverso un'analisi di genomica funzionale, a identificare biomarcatori specifici per la sclerosi multipla mediante un semplice prelievo di sangue. Nel pool di scienziati c'è anche Marco Di Dario, giovane ricercatore che ha ricevuto per questa ricerca una borsa di addestramento della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla.

Lo studio
La sclerosi multipla, che colpisce il sistema nervoso centrale, è associata ad alterazioni nel sistema immunitario in parte riconducibili a una predisposizione genetica, ma marcatori accurati e facilmente misurabili non sono stati sinora identificati. In questo studio sono stati valutati più di 20.000 geni nel sangue di pazienti con sclerosi multipla (SM) e questi profili sono stati paragonati a quelli di donatori sani, introducendo un nuovo approccio nell’analisi statistica e bioinformatica che tenesse conto anche del genere maschile o femminile del malato.

Sono emerse due osservazioni interessanti. La prima si riferisce ai geni associati al sesso: si è visto infatti che la sclerosi multipla è caratterizzata da cambiamenti significativi sia nella quantità che nel tipo di geni che sono diversamente espressi nel sangue degli uomini e delle donne. La patologia quindi stravolge il normale mantenimento delle differenze di genere nel sangue.

Una seconda osservazione emerge dal confronto tra i geni espressi nella popolazione sana e malata. Sono state identificate delle “firme molecolari” associate alla patologia diverse negli uomini e donne con SM. Questi “codici a barre” distinti hanno tuttavia fornito informazioni sugli stessi processi biologici sottesi alla malattia. Analisi bioinformatiche “in silico” hanno permesso di ipotizzare un nuovo meccanismo patogenetico legato alla trascrizione genica dipendente dal fattore SP1. L'esistenza di un inibitore farmacologico specifico per SP1 ha consentito di svolgere esperimenti in vitro ed in vivo nel modello della sclerosi multipla. Nell’animale l’inibizione di SP1 migliora in maniera significativa il decorso della malattia.

"È un lavoro di medicina traslazionale molto innovativo – spiega Cinthia Farina, responsabile del laboratorio di Immunobiologia delle Malattie Neurologiche presso l’Istituto di Neurologia Sperimentale INSpe del San Raffaele - , poichè per la prima volta è stato usato nell'analisi di genomica funzionale un approccio di “medicina di genere”, quella specialità della medicina che si occupa delle differenze nella fisiopatologia tra donne e uomini. Questo ci ha consentito di ottenere marcatori in grado di distinguere in maniera molto precisa i malati dalla popolazione sana. In altre parole, andando avanti nella ricerca sarà possibile, un domani, capire da un prelievo di sangue se una persona è affetta da SM oppure no. Inoltre, l’utilizzo di vari approcci bioinformatici e di biologia dei sistemi ha permesso di andare oltre la presenza di singoli geni come marcatori della patologia, e di decifrare informazioni biologiche complesse che risultano dall’interazione di questi marcatori tra loro. Queste interazioni non erano sinora altrimenti ipotizzabili con le tecniche tradizionali di indagine. Tali informazioni potranno essere utili per lo sviluppo di nuovi protocolli terapeutici”.

Fonte: www.vita.it

Con la determinazione N. 10452 REP. N.1470 del 5 Dicembre 2011, la Regione Autonoma della Sardegna pubblica gli esiti alla verifica di ammissibilità formale dei progetti presentati sul bando pubblicato sul BURAS n. 31 del 31.10.2011, e ritiene "ammissibile" lo studio controllato e randomizzato in doppio cieco per la valutazione dell'efficacia del trattamento endovascolare sulla CCSVI nei pazienti affetti da Sclerosi Multipla con disabilità compresa fra 2 e 6 nella scala EDSS di Kurtzke.

Per ulteriori dettagli si rimanda alla pagina web della Regione Sardegna - link alla pagina

La SA.S.M. provvederà a fornire ulteriori informazioni sullo sviluppo del progetto sul suo sito web.

La SA.S.M. ha il piacere e l'orgoglio di informare i propri iscritti che  -  anche a seguito della fervente attività svolta dall'associazione a beneficio di tutti gli ammalati Sardi di Sclerosi Multipla (diagnosi in loco sulla CCSVI e contatti e confronti continui con gli enti ed organismi interessati) - è finalmente in grado di confermare l'avvenuta autorizzazione, da parte della Regione Autonoma della Sardegna, all'avvio della sperimentazione inerente al metodo del Prof. Zamboni.

Seguiranno ulteriori aggiornamenti su questo sito web.