Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.
Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione Cookie Policy.

Come in ogni buona campagna per la raccolta fondi è bene specificare gli obiettivi che intendiamo raggiungere, o perlomeno che ci prefissiamo, puntando non soltanto al pieno successo, ma persino ad un eventuale superamento: garantire un servizio di diagnosi per la CCSVI sarà il trampolino di lancio per chiedere di più, cioè ottenere che il trattamento della citata malattia vascolare entri nella routine dei nostri ospedali. Ma è bene andare per tappe.

 

Obiettivi in ordine di importanza:

  • Formazione: la SA.S.M. e le sue associazioni alleate hanno fatto della formazione specifica del personale medico la loro bandiera. Solo con una completa formazione fruibile all’Università di Ferrara, sotto la guida del prof. Zamboni, si può avere attualmente la certezza di una corretta diagnosi.

Si prevede la spesa di € 1.500 a dopplerista, per personale già esperto, mentre ne servono € 4.000 per l’iscrizione al Master universitario della durata di un anno, per coloro che vogliono approfondire e studiare la CCSVI e le altre patologie del sistema venoso profondo da zero.

  • Doppler: se è vero che con un qualsiasi doppler ed un’adeguata formazione è possibile diagnosticare la CCSVI con una precisione del 70-80%, il doppler specifico MyLabVinco della azienda leader nel settore, ESAOTE, è un’ulteriore garanzia di correttezza nella diagnosi.

Il costo si prevede ammontare intorno alle € 55.000, cada uno.

  • Prima accoglienza: poiché il malato è al centro del nostro approccio di servizio e assistenza, cosa su cui il presidente Tomaso Marchio ha particolare cura di sottolineare e di porre sempre come monito dell’azione della SA.S.M., è premura della suddetta associazione ultimare la zona della sede adibita alla prima accoglienza che prevede una cucina completa, dalla lavatrice alla lavastoviglie, un bagno accessibile ai disabili, soggiorno e camera con tre posti letto, di cui uno con sollevatore elettronico, per ospitare coloro che devono soggiornare a Sassari per più tempo, che magari vengono da lontano e hanno bisogno di passare la nottata in città.

Non è stata ancora quantificata l’esatta cifra richiesta per terminare questa parte della sede. Certo è, che più riusciamo a donare e più i servizi agli ammalati saranno di maggiore conforto.

 

In conclusione, la SASM, la LASM e il Movimento, non intendono soltanto dare finalmente un servizio di diagnosi della CCSVI che risponda fedelmente ai criteri studiati dal prof. Zamboni, ma anche accogliere il malato ed i suoi accompagnatori in un ambiente ospitale e confortevole.

 

A presto per nuove, importanti comunicazioni per la mobilitazione!

Clicca qui per sostenere il Progetto CCSVI